La fine della solitudine
Jules sa di essere un custode di ricordi, come dice Alva, ma questa non è solo la sua storia.
È la storia di tre fratelli, Jules, Liz e Marty, che da piccoli perdono i loro genitori in un incidente e sono costretti a vivere separati e senza famiglia, estranei l’uno all’altro. Marty si butterà a capofitto negli studi, Jules sfuggirà alla vita diventando un introverso mentre Liz si brucerà alla sua fiamma, vivendo senza limiti. La loro infanzia difficile sarà come un nemico invisibile, da cui impareranno a difendersi.
Più di ogni altra, questa è la storia di Jules e Alva. Due solitudini che si incrociano, si cercano e si mancano, inquiete, per anni. Jules e Alva sono incapaci di riconoscere quel che provano l’uno per l’altra, legati come sono dal bisogno di amicizia, con il loro perdersi, ritrovarsi e salvarsi.
Ma questa è soprattutto la storia di chi, come Jules, serba i propri ricordi insieme a tutte le alternative che non ha scelto, pur sfiorandole e sperimentandole attraverso la letteratura e la musica.
Dalla voce di un giovane e già osannato talento della narrativa tedesca, un grande romanzo sulla magia della scrittura che salva dal male. Un libro che commuove e fa sorridere, senza retorica né sentimentalismi, scritto in una prosa coinvolgente come il racconto di un sopravvissuto, chiara come una lama che affonda con dolcezza nelle nostre paure, calda come l’immagine di una foto ritrovata dopo lungo tempo.
Romanzo Salani
Traduzione di Margherita Belardetti
pp.310 – euro 15,90
Classe 1984, il giovane scrittore tedesco Benedict Wells (nato a Monaco, vive a Berlino) è davvero una rivelazione: in un romanzo che non si vergogna delle emozioni ma non indulge mai nel patetico, racconta una storia di fratellanza e di perdita, di amore e di vocazione, costruisce un apologo sulla memoria e sulla scrittura, attraversato da musica, luoghi e relazioni che hanno una dimensione viva e credibile.
Con semplicità solo apparente, ma una struttura di andirivieni nel tempo piuttosto sofisticata, in La fine della solitudine Wells costruisce una narrazione matura, sensibile, avvincente, che coniuga freschezza dello sguardo e una maturità della scrittura inattesa